L’Italia sale al 7° posto del Ranking FIFA
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Con la mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018, giunta all’esito della tristemente nota doppia sfida contro la Svezia, la Nazionale Italiana ha con ogni probabilità toccato il punto più basso della propria storia. In quell’occasione, l’uomo cui affidare la rifondazione del calcio italiano è stato quindi individuato in Roberto Mancini che sin dalle prime uscite ha dimostrato di essere al posto giusto al momento giusto.
Tutti i meriti di Mancini
Dopo aver vinto tutto ciò che c’era da vincere in Italia alla guida dell’Inter e in Inghilterra alla guida del Manchester City, Mancini ha dovuto fare i conti con il compito più difficile di tutti: ridare fiducia a un movimento in crisi profonda.
Ricostruire sulle ceneri lasciate dall’esperienza Ventura e mettere in piedi un gruppo che potesse essere credibile in vista dei prossimi Europei che verranno disputati anche in Italia non era affatto semplice, ma il tecnico di Jesi è riuscito nel proprio intento con una serenità e una sicurezza nei propri mezzi invidiabile. Di fatto, l’Italia di Mancini non perde da due anni, è alle Final Four di Nations League, si è qualificata agli Europei come testa di serie ed è già al 7° posto del Ranking Fifa, la classifica che premia le selezioni nazionali che negli ultimi anni hanno raccolto più punti a livello mondiale.
Al primo posto c’è il Belgio, che comanda con pochi punti di vantaggio sulla Francia, sulla Germania, sulla Spagna, sul Brasile e proprio sull’Italia. Un risultato inimmaginabile fino a poco tempo fa, ma che racconta meglio di mille parole la bontà del percorso intrapreso da Roberto Mancini.
Il futuro è nei giovani
Ma come ha fatto Mancini a riportare in alto il calcio italiano tanto da far diventare nuovamente l’Italia tra le favorite per i prossimi Campionati Europei? La prima mossa fatta dal tecnico di Jesi è stata dare fiducia ai tanti ragazzi, quasi tutti giovanissimi, che nel frattempo stavano trovando sempre più spazio nelle rispettive squadre di club.
I vari Bastoni, Barella, Kean, Zaniolo e Chiesa sono cresciuti e sono diventati dei pilastri delle proprie compagini anche e soprattutto grazie alla fiducia accordatagli da Mancini, che con coraggio ha deciso di dare loro una maglia da titolare ed è stato prontamente ripagato a suon di prestazioni sontuose. Ora l’Italia sogna, e lo fa grazie ai suoi giovani che si sono assunti le proprie responsabilità e hanno fatto sì che il lavoro di Mancini potesse dare i suoi frutti già nell’immediato.
Il gap che oggi separa la Nazionale azzurra dalle migliori selezioni al mondo è ancora netto ed evidente, ma se i tifosi azzurri sono tornati a guardare al futuro con ottimismo il merito è tutto di Roberto Mancini.
L’allenatore di Jesi ha dimostrato di essere l’uomo giusto su cui puntare per la rifondazione del nostro movimento calcistico e chissà che già a partire dai prossimi campionati europei gli azzurri non possano tornare a dettare legge come accadeva solo pochi anni fa, quando nel 2006 la rappresentativa allora allenata da Marcello Lippi mise tutte in fila e si laureò Campione del Mondo.